Detenuti al lavoro al museo. Busto fa scuola sul fronte della rieducazione

Sono terminati i lavori di pulizia e imbiancatura eseguiti da alcuni detenuti della Casa circondariale di Busto Arsizio nelle sale espositive poste al piano terra delle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna.

Oggi, a conclusione dell’esperienza, svolta nell’ambito di un progetto di reinserimento lavorativo e sociale promosso da Enaip e Cooperativa Sociale Intrecci, gli assessori alla Cultura e all’Inclusione sociale, il direttore della casa circondariale Orazio Sorrentini, la comandante della Polizia penitenziaria Rossella Panaro, i responsabili del progetto e lo staff del museo hanno ringraziato S.Z., S.S., S.A., O.E. per l’impegno con cui hanno realizzato il lavoro, che non solo rappresenta un’iniziativa di pubblica utilità, ma è soprattutto il primo passo verso la nuova vita che li attende al termine del periodo di detenzione.

Oltre all’encomio della direzione della casa circondariale, i detenuti hanno ricevuto i complimenti degli assessori, che hanno sottolineato la soddisfazione per aver offerto loro l’opportunità di apprendere delle competenze certamente utili ai fini del reinserimento lavorativo.

Da non tralasciare la portata simbolica dell’iniziativa: ripulire, dare una mano di vernice alle pareti, riportare luce e bellezza significa, sia per chi ha lavorato concretamente, sia per chi andrà al museo, ritrovare la bellezza anche interiormente.

Un’imbiancatura quindi che non ha solo un valore materiale, ma anche immateriale, che ha il valore aggiunto di essersi svolta in un luogo pubblico di cultura e bellezza, verso il quale i giovani, come osservato dalla conservatrice museale, hanno dimostrato un grande senso di rispetto.

I detenuti, molto emozionati, hanno osservato di aver imparato molto dall’esperienza, anche grazie a un maestro d’arte che li ha seguiti nel corso dei lavori.

L’augurio è che si tratti della prima di una serie di attività di rieducazione utili alla collettività e che la rete di collaborazione a supporto dei detenuti, a cui l’Amministrazione partecipa convintamente e attivamente, possa rinforzarsi ulteriormente.

E c’è di più. Come accennato nel corso della breve cerimonia, quello di Busto potrebbe anche diventare una case history da replicare in altre realtà del territorio.

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